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venerdì 25 luglio 2008

I RACCONTI DI PEZ: un giorno come tanti altri..

Tante idee in mente ma ancora non mi decido a svilupparne nemmeno una. Non so. Sono indecisa. Smaniosa.
Terminare di dipingere la staccionata all’aria aperta o il quadro con il nudo di donna in mansarda?
Iniziare un astratto in giardino?
Fare una passeggiata prima che cali il sole all’orizzonte o mezz’ora di step davanti la tv?
Ritoccare qualche dettaglio nelle illustrazioni terminate ieri o iniziarne di nuove?
Fare il cambio stagione nell’armadio o rimandarlo a un altro giorno?
Forse sono anche un po’ annoiata. Impigrita. Eppure è un gran bella giornata. Il sole dovrebbe infondermi energia. Mi stimola ad uscire, ad incontrare persone. Invece sono qui. Sola. E questo al momento evidentemente mi frena.
E allora rimando la mia decisione di qualche ora e mi siedo sul divano con la musica accesa. Leggo qualche pagina de “il cacciatore di aquiloni”. Me lo hanno consigliato in tanti. Papà me lo ha pure prestato. Insistendo. E allora l’ho incominciato. Scivolo negli anni ‘ 70 in Afghanistan fino al Capitolo cinque dove finisce la pace ed inizia la guerra. Mi sembra poetico. Scorrevole. Mi fermo. Faccio una pausa. Ripiego la parte interna della copertina morbida in modo da contenere le pagine lette e nel contempo stesso rifletto sul fatto che potrei disegnare un segna-libro per l’occasione. Mio padre non credo mi lascerebbe passare senza commenti la sua copertina rovinata da mie numerose piegature. Mi ha prestato il libro immacolato come mai fosse stato aperto. Mi chiedo come faccia a non usurare ciò che utilizza. Io invece non potrei farne a meno. Mi piace lasciare i segni sopratutto sulle pagine dei libri e vedere le cicatrici della lettura. A volte addirittura sottolineo i passaggi che ritengo particolarmente significativi. Intensi. Come se volessi lasciare indizi di me al prossimo lettore. O ad una me stessa del futuro.
Decido di telefonare al mio fratellino, Alex. Per lui è un momento difficile. Stiamo al telefono per ore e quando attacchiamo mi rendo conto di aver terminato di nuovo il credito al cellulare in un solo giorno.
Caspita!!
Bevo l’acqua a garganella dalla bottiglia mentre guardo fuori dalla porta. Sole, verde. Mimì e Cocò nella cesta. Immagino a come può essere stato l’Afghanistan circa trent’anni fa. Kabul. Conosco quei luoghi solo per le immagini televisive trasmesse in occasione della guerra. Immagini di devastazioni. Luci siluranti nella notte. Orribili boati. Distruzione. Macerie. Regime Talebano. Tra le righe leggo invece una Kabul diversa. Più libera e quotidiana. Più vicina a me anche se musulmana. Ritorno alla realtà e per semplice curiosità spingo un pulsante qualsiasi sul cellulare per controllare l’orario.
- ...ma, cavolo! Già le 18 e 56!!!!! Uffa. Mi devo decidere a pensare alla cena... ma non c’è nulla in frigo –
Sfoglio il libro dei Menù per farmi venire qualche idea e cerco di inventarmi una cena dell’ultimo minuto con i pochi ingredienti disponibili. Intanto metto in pentola pomodoro, cipolla, olio e sale per un sugo semplice. E già me la cavo con un piatto di pasta che ..potrei arricchire con tonno, fresco prezzemolo tritato. Mi viene alla mente quando vivevo da sola a Cinecittà. Quando lavoravo in uno studio di cartoni animati e passavo intere giornate a disegnare le animazioni. Il divano-letto aperto e sfatto, sopra c’era di tutto. Fogli, matite, gomme da cancellare, libri per l’ispirazione estetica, sigarette spente nel posacenere rigonfio. Su quel letto non solo ci dormivo. Ci disegnavo, mangiavo, leggevo. Era tutta la casa. Non mi piaceva cucinare solo per me. A volte mi scordavo anche di mangiare perché ero troppo presa dal disegnare. Ed allora in orari assurdi mettevo a bollire l’acqua per la pasta su cui versavo semplicemente tonno in scatola sgocciolato. Oppure ancora più velocemente prendevo un piatto ed univo il mais al tonno. Poi mi restauravo velocemente in bagno ed uscivo. Tutte le sere fuori fino a tardi. Con persone sempre diverse. O quasi. Era divertente. Devastante ma divertente.La luce in casa diventa più calda. Dalla camera da letto s’insinuano raggi tiepidi di sfumature arancio. La sera sta prendendo il sopravvento. È stata una giornata tranquilla. A volte è essenziale lasciarsi andare all’ozio. Giusto per eliminare lo stress.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Monica, molto affascinante il tuo blog... ho fatto una visita sul web su di te: ma fai tantissime cose! Finalmente non mi sento più sola nel mio viaggio artistico verso la libertà di espessione! Ciao Bella... Pezzoli naturalmente

MONICA PEZZOLI ha detto...

cara Bella,
incredibile scoprirti così..
dobbiamo assolutamente incontrarci.
..chiamalo viaggio artistico il nostro!!!