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giovedì 16 ottobre 2008

salviamo Pompei..

Un magnate per Pompei
Basta soldi dallo Stato,contributi dai privati e dai grandi musei stranieri!
Come è già successo per gli scavi di Ercolano, anche Pompei potrebbe beneficiare di un grande investimento fatto da un imprenditore privato. A rivelarlo è il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi . "In questi giorni -dice - sto contattando un grande imprenditore privato che potrebbe essere disponibile a fare un grande investimento su Pompei". Il ministro dei Beni culturali cita l'imprenditore americano Packard, che ha versato 12 milioni di euro, a partire dal 2004, per Ercolano.
Non più solo soldi dello Stato: per dare fiato agli oltre quattromila musei italiani, assicura il ministro dei beni culturali Sandro Bondi,"arriveranno fondi privati". E perché no, in cambio di prestiti, anche sostanziosi contributi versati dai musei stranieri, in prima linea quelli americani e arabi. Incalzato sul tema della diplomazia culturale e sui tagli alla cultura, Bondi rivendica i risultati dei suoi primi mesi di lavoro e annuncia l'arrivo a del piano che dovra' garantire - a dispetto della finanziaria - la rinascita della rete museale italiana. "E' vero che le risorse per la cultura sono poche - ammette il ministro - ma io sono convinto che quando si ha un'idea, un progetto, i soldi arrivano". Il piano, dice, sarà pronto entro la fine dell'anno o l'inizio del 2009, con "grandi finanziamenti pubblici e privati" per musei e archeologia. I fondi pubblici arriveranno da Arcus (la spa in condominio tra i ministeri dei beni culturali e delle infrastrutture) che destinera' alla causa dei musei "il 50 per cento delle sue disponibilità". Quelli privati da imprese e fondazioni bancarie: "Mi hanno detto che se lo Stato non disperderà risorse sono pronti ad intervenire", spiega Bondi. Che poi ricorda i tanti incontri fatti in questi mesi con i suoi colleghi europei, "per stringere la collaborazione", e le missioni all'estero del suo staff per prendere contatti con i direttori di musei di tutto il mondo, americani ma anche arabi, ricchi di risorse e poveri di opere d'arte. Accanto a lui c'è il consigliere Alain Elkann, appena rientrato da un viaggio negli Usa con Angelo Crespi, altro collaboratore del ministro: "Abbiamo visitato 11 musei degli Stati Uniti e avviato ipotesi di accordo", spiega Elkann. A fare scuola è il Louvre, che oltre a prestare parte delle sue collezioni al museo di Abu Dabi, ha stretto con un museo di Atlanta in Georgia un accordo che fruttera' all'istituzione parigina circa 6 milioni di dollari. Ma anche la Biblioteca reale di Torino, che si e' accordata con un museo di Reno, in Nevada, al quale ha prestato per una mostra disegni di Leonardo da Vinci e in cambio ha ricevuto 200 mila dollari per finanziare il restauro di manoscritti. "I musei stranieri chiedono opere, ma anche collaborazione scientifica e know how", sottolinea Bondi. Tanto che il Louvre, rivela, ha chiesto aiuto all'Italia per formare i suoi restauratori. Tra gli accordi possibili, c'è quello con il museo di Atlanta, al quale, rivela a sua volta Elkann, '"potremo prestare un quadro molto importante che viene da uno dei nostri musei''. Dopodiché, assicura il consigliere del ministro, "ci sono molti altri musei incontri con noi, possibilita' di accordi''.

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