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giovedì 20 febbraio 2014

Due mamme allo specchio: test di gravidanza

E' iniziata la mia nuova rubrica "Due mamme allo specchio" su mammachemamme.org:
un confronto allo specchio, appunto, tra una "mamma di cuore" (io) e una "mamma di pancia" (Rosamaria Marino) negli ostacoli (raccontati con in po' d'ironia) che ogni giorno affrontano tutte le mamme!

Un nostro nuovo articolo ogni giovedì con uscita bisettimanale a partire da oggi!

Buona lettura e continuate a seguirci!

http://www.mammachemamme.org/2012-09-18-01-52-23/storie-di-mamme/item/545-due-mamme-allo-specchio-test-di-gravidanza.html


Ecco qui di seguito il nostro primo articolo:



Mamma di pancia


Nel 2012 ho viaggiato tantissimo....soprattutto nel periodo estivo.

Ricordo che fra il lavoro, le valigie e i ritardi degli aerei, l'unico grande pensiero era: ma domani che mi metto?

Immersa nei convegni e spole tra nord e sud, dulcis in fundo prima delle ferie, il mio capo mi regalo' una trasferta di due settimane in piemonte presso un impianto vecchissimo per capire come si reggesse ancora in piedi.

Mi sentivo strana: euforica, adrenalinica instabile e rimasi così per qualche giorno fino a quando un malessere allo stomaco comincio' a non darmi tregua: attaccata alla scala a pioli a non so quanti metri di altezza, mentre l'odore dell'impianto mi dava il volta stomaco, imprecavo contro ignoti per avermi attaccato quello che pensavo essere un banale virus intestinale.

Ma una mattina mentre mi arrovellavo sul processo, tra uno scambiatore e una pompa volumetrica ecco un dubbio insolente insinuarsi nella mia testa ! Ma oggi che giorno è? Uhm...3 giorni di ritardo...ma non è possibile...ecco sarà il virus che mi ha scombussolato completamente. Chiamai mio marito e lo informai: virus o non virus stabilii che se non ci fossero state novità, tornata a casa avrei fatto il test.Gli commissionai quindi l'acquisto di due test...non si poteva mai sapere se uno fosse stato rotto o non avesse restituito la risposta desiderata. Già ma qual era la risposta desiderata?

Tornata in calabria, la sera stessa feci il test: il cuore batteva all'impazzata mentre aspettavo quegli interminabili 5 minuti. Non riuscendo a parlare con gli occhi, imposi al mio amore di guardare per me. Dalla faccia raggiante e gli occhi a forma di cuore capii immediatamente. Per tutta risposta gli dissi sconvolta: ma come è potuto accadere? E lui: sai amore quando un uomo e una donna..... No in quel senso? In quale senso? Mi chiese. Nel senso di comefacciamoadesso?

Mi abbraccio' come fossi una bimba piccola che non riusciva a sistemare i pezzi di un semplice puzzle e piansi, piansi e "ripiansi" per circa 3 ore e mezzo. Smisi solo quando capii che una vita nuova era iniziata e, progettata o no, avrebbe stravolto tutto. Ed oggi, dopo 19 mesi, avevo visto bene: sono effettivamente nel nirvana dello sconvolgimento più assoluto ma mai stata più felice.
Rosamaria Marino



Mamma di cuore


Era il 18 novembre 2013 quando il mio particolare test di gravidanza mi mostrava spavaldo e sorridente due nette tacchette rosa shokking. Il mio test, in realtà, non era di quelli classici acquistati in farmacia o al supermercato. Per esser sicura della mia gravidanza non mi sono chiusa in un bagno per urinare su un tampone facendo attenzione a non bagnare ovunque e attendere, col cuore a mille, qualche minuto per urlare poi di gioia “SONO INCINTAAAAAA”. Eh no, sarebbe stato troppo facile, troppo “normale”. Il mio test di gravidanza era insolito, come del resto lo è tutta la mia vita. E a dirla tutta, ho avuto una spettacolare gravidanza elefantiaca di qualche anno. No, non sono pazza, non sono un fenomeno da baraccone e neanche un pachiderma. Sono semplicemente una mamma adottiva. Ma andiamo per gradi.

Il 5 aprile 2011 abbiamo consegnato la nostra disponibilità all'adozione presso il Tribunale dei minori e da quel giorno c'era in noi il desiderio di raggiungere nostro figlio ovunque fosse.

Era il 18 novembre 2013 quando feci il test di gravidanza virtuale. Avevo preso le ferie quel giorno. Alle 9;00 circa il telefono di casa squilla insistentemente. Giusto il tempo che Ale si sveglia, si alza dal letto e va in salone che, il dispettoso, smette di squillare. Torna a letto. Dopo pochi minuti squilla ripetutamente il suo cellulare. Borbotta e bofonchia qualcosa di incomprensibile con la sua voce mattutina da Orco e anche stavolta il suo cervello e le sue gambe non arrivano in tempo. “click”, l'interruttore della mia mente s'è finalmente acceso. Apro gli occhi ma resto immobile. Ale è in salone ormai ad attendere la nuova chiamata che arriva inesorabile ... DRIIIIN DRIIIIIN! “Pronto!?! Si sono io” … e poi tutto scocciato “si, ma … per quale motivo?”, “si, certo che abbiamo depositato disponibilità ad adottare. Ma ormai non mi aspettavo più questa telefonata!”. Riattacca.

Il mio cuore impazzisce: dal petto saltella sul materasso come un bambino felice, dal letto rimbalza in salone, e poi di nuovo torna a tutta birra nel mio petto come un boomerang e mi schiaffeggia l'Anima! “ci hanno chiamati dal Tribunale dei minori, ci hanno convocato per sabato 23 novembre”. “Ahahahah … ti rendi conto come gli hai risposto? Sembravi incavolato! Avranno pensato di aver chiamato due Orchi!”. Mio figlio era un sogno nato nel nostro cuore invece che nel mio ventre, e quel sogno era come un minuscolo embrione che pulsava. C'era un filo che ci univa virtualmente; un filo di lana che dal nostro cuore, mio e di Ale, arrivava fino al cuore del nostro bimbo, e li teneva tutti e tre legati l’uno all’altro con un fiocchetto di Amore. Come un cordone ombelicale.

Il test di gravidanza mi mostrava spavaldo, orgoglioso e sorridente due belle e nette tacchette rosa shokking virtuali: eravamo incinti! La nostra vita stava per cambiare...
Monica Pezzoli

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