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sabato 31 maggio 2014

due mamme allo specchio: il ritorno a casa.



Eccoci di nuovo al nostro appuntamento con la rubrica due mamme allo specchio: una mamma di cuore (io) e una mamma di pancia (Rosamaria) che si raccontano (e raccontano) della loro esperienza di maternità, così uguale e così diversa allo stesso tempo.
Seguiteci nel mio blog e nel sito di mammachemamme.org .

Qui il nuovo articolo, argomento trattato la prima volta a casa assieme, cioè il ritorno a casa dopo il parto ...

La mia storia, mamma di cuore:
"È il 22 dicembre. Sono appena uscita da una febbre a 39° di due giorni data dallo stress e dalle troppe emozioni dell'ultimo mese e mezzo. Nostro figlio (ancora mi sembra strana questa parola) è con noi, da stamattina e per sempre … definitivamente. Con fatica io e mio marito(anche lui già esausto) cerchiamo di montare il letto singolo. Mai lette istruzioni di montaggio così complicate ... e al contrario delle aspettative ci impieghiamo tutta la giornata per raggiungere un risultato. Lui sa che quelli sono il suo letto e la sua cameretta, ciò lo esalta. Non riesce a stare fermo e in silenzio. La sua energia è incontenibile e non riusciamo a concentrarci.
È lui troppo vivace o siamo noi troppo vecchi?
Ci vuole aiutare nel montaggio. Peggio mi sento. Combina guai, fa cadere le toghe, mischia le viti, ci distrae, vuole leggere le istruzioni e consigliarci (… a 5 anni?). Tra la nostra stanchezza e la sua eccitazione, i nervi sono a fior di pelle. Forse teme che se non facciamo in tempo a montare il letto per quando si fa buio dovrà tornare ancora in casa famiglia. Questo timore non l'aiuta. Ci innervosisce e contemporaneamente ci intenerisce. È il nostro cucciolo indifeso. Sul “nostro” devo decisamente ancora fare l'abitudine ...
Finalmente, dopo varie pause giornaliere, il letto è montato e pronto. È sera. La prima cena assieme nella nostra casa. Ti osserviamo increduli e tu sei ubriaco di emozioni, sperduto nell'ignoto chiamato “famiglia”, chiamato “mamma e papà”. Vai in bagno con papà per fare pipì e noti che manca il tuo spazzolino da denti “mamma, papà e … Angelo? Dov'è Angelo?”, ti rattristi. Cacchio, avevamo pensato a tante cose ... ma allo spazzolino no. E allora papà cerca nel mobiletto uno spazzolino nuovo di zecca da mettere nel vasetto con i nostri e fortunatamente io amo fare le scorte. Ti torna il sorriso. Indichi il vasetto degli spazzolini “ecco. Mamma, papà e Angelo”.
Si, noi tre assieme. Ovunque e per sempre.
Felicissimo entri nel tuo letto. Si ride, si gioca. Chiedi conferma “è mio?”. Sei estasiato che hai conquistato una tua casa, i tuoi gatti e cani, il tuo posto, il tuo letto, la tua camera accanto alla nostra. Sei così piccolo e sperduto. Ti accarezziamo e baciamo. Ancora ti irrigidisci un pochino alle carezze e coccole, al contatto, soprattutto con la mamma. Sono solo pochi giorni che ci conosciamo. Sei bellissimo.
“buonanotte amore, sogni d'oro, a domani …”
“buonanotte mamma e papà”.
A domani."


La storia di Rosamaria Marino, mamma di pancia:
"È il 4 aprile e c'è un caldo pazzesco. Mia madre mi ha portato fondotinta, cipria e rossetto. Dice che devo devo farmi bella per tornare a casa con la mia piccola. Le stanno facendo il bagnetto ed io mi sto vestendo. Ogni gesto prima naturale è doloroso e memento del suo arrivo. Anche la mia immagine allo specchio mi dice che qualcosa è cambiato...per sempre. Siamo pronte, io e lei. Vorrei portarla in braccio fino alla macchina ma ancora non mi reggo bene in piedi. E' tranquilla e nel percorso dorme un po' mentre io nel mio profondo non vorrei tornare a casa. Mi sento insicura, inadeguata, debole. Il suo papà apre la porta e ci fa entrare.
Anche casa mi sembra diversa, estranea. Mi stringo le braccia al petto e poi vado a stendermi. Lei è nella sua culla blu e bianca ma io da letto non riesco a vederla. Piange e cerca me. Vorrei essere felice come in tutti quei racconti in cui portano i bimbi a casa per la prima volta e gioiscono come se tutto fosse perfetto. Ma io non mi sento ne' perfetta ne' gioiosa, solo impaurita. Finalmente siamo sole: la prendo in braccio e la nutro, la cullo e comincio a raccontarle tutti i sogni miei e di suo padre mentre l'aspettavamo. La sua manina nella mia, il suono della mia voce, la luce che entra dalla finestra. Tutto sembra calmarla. Calma anche me e colma un po' di paura. È il Baby Blues mi ripeto e le ripeto, come una specie di formula magica. E mentre si addormenta beata comincio a credere in noi e le sussurro: "la nostra avventura è iniziata ma io sono ancora fragile bambina mia. Ci vorrà del tempo ma la persona allegra e combattiva che sono sempre stata tornerà e allora rideremo, giocheremo e saremo tutte e due la magia che meritiamo di essere."

1 commento:

virginia ha detto...

che belle queste due esperienze ... ciò che vi accomuna è comunque la paura di questo percorso iniziale ... ma tranquille ... per tutte noi è iniziato nello stesso modo ...la paura di non essere all'altezza di questo compito, di essere mamme ... non ce lo insegna nessuno ... o forse ce lo vogliono insegnare tutte le persone che ci sono intimamente vicine, ma sarà tutto così naturale, arriverà e vi renderete conto che sarà una crescita e un percorso naturale, sbaglierete anche , essere mamme ... essere genitori ... che sia un'adozione ... che sia un parto ... le emozioni verranno vissute nelle stesso modo, entrambe avete partorito nello stesso momento in cui avete visto vostro figlio, e sarà così bello crescere insieme, maturare insieme, sbagliare insieme, ma sarete splendide mamme per tutto l'amore che sarete in grado di trasmettergli ... auguri mamme