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lunedì 6 ottobre 2014

quando uno sport smette di essere uno sport fair play

Ieri pomeriggio si è malamente consumata la partita Juve-Roma con vari comportamenti scorretti in modo evidente e spudorato da parte dell'arbitro. E ciò si ripete spesso negli anni sia in partite italiane che europee che mondiali.
Tanti tifosi incavolati o dispiaciuti, i giocatori romanisti demoralizzati, tante chiacchiere ...
Riflettevo, quindi, sui fatti.

Sono dell'idea che quando c'è la volontà da parte delle istituzioni sportive coinvolte di mantenere per anni situazioni poco "chiare" e poco "pulite" all'interno di uno sport (se non fosse così già da molti anni si sarebbero prese precauzioni possibilissime per evitare onnipotenza in campo di arbitri e/o simil tipo moviola in campo sempre) significa che ormai quello sport è un NON-sport, che è un'attività totalmente dipendente e influenzabile da tutti i miliardi ce ci girano attorno e che tutto è deciso a tavolino dagli alti dirigenti. Ciò è accaduto a molti sport (vedi in passato boxe, ciclismo, etc) e così lo sport nel suo vero senso muore e rimane lo "sporco", il consumismo, il Dio Denaro.
A mio parere non ha senso seguire o incazzarsi per un qualcosa del genere... ma tutti noi ben sappiamo il significato profondo della frase famosa pane et circenses ... evidentemente tale concetto non ha mai perso il suo valore.

In conclusione, se volete seguire uno sport che è un NON-sport perché figlio legittimo e primogenito del Dio Denaro, allora è inutile incavolarvi, polemizzare, angosciarvi o farvi rovinare la serata per un risultato del genere. Ne siete consapevoli già dal fischio di inizio che quella sarà una partita "venduta" ad ogni partita che inizia ... prendetela così com'è.

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